La Befana coincide con la rappresentazione femminile dell’anno vecchio, pronta a sacrificarsi per far rinascere un nuovo periodo di prosperità. Questa festa ha però assunto nel tempo, anche un significato lievemente diverso. Nella cultura italiana attuale, la Befana non è tanto vista come la simbolizzazione di un periodo di tempo ormai scaduto, quanto piuttosto come una sorta di Nonna buona che premia o punisce i bambini. Festività sentita, fino a qualche decennio fa, molto più del Natale, la Befana, rispetto a Babbo Natale, ha il potere educativo di punire i bambini cattivi in maniera evidente. Alla vigilia del 6 gennaio infatti i bambini appendono le loro calze di lana al camino, o alle finestre, aspettando trepidanti il giudizio della Befana. La calza di lana non è un indumento casuale, ma simboleggia la protezione indispensabile dal freddo invernale, un aspetto fondamentale nella vita dei contadini. I bambini buoni riceveranno ottimi dolcetti e qualche regalino, ma quelli cattivi solo il temutissimo carbone, che simboleggia le malefatte dell’anno passato. Il potere psicologico della Befana sui bambini è quindi molto forte ed i suoi aspetti pedagogici non vanno di certo trascurati. Nonostante il suo aspetto severo e spaventoso questa vecchia strega però è adorata dai bimbi, che nell’attesa del suo arrivo recitano la poesia: